Le aziende del settore logistico guardano con grande preoccupazione alle misure in discussione sul caro energia e sulla rottamazione delle cartelle fiscali. L’attuale dibattito governativo sembra infatti concentrarsi esclusivamente sulle famiglie, mentre le imprese italiane, già gravate da costi energetici esorbitanti, rischiano di restare senza un sostegno adeguato.
A lanciare l’allarme è Enrico Folgori, presidente della Federazione Europea Operatori della Logistica Integrata (Feoli), che chiede al governo di trovare le risorse necessarie per includere anche le aziende nei provvedimenti economici in discussione.
Energia alle stelle: le aziende italiane penalizzate rispetto all’Europa
Uno dei problemi più critici è l’enorme disparità nei costi energetici tra l’Italia e il resto d’Europa. Mentre nei Paesi del Nord Europa il prezzo di un megawattora è di circa 27 euro, in Italia ha raggiunto il picco di 98,38 euro, una cifra che rende le imprese italiane meno competitive rispetto ai competitor internazionali.
Secondo Folgori, è necessario un intervento immediato per mitigare l’impatto del caro energia, ma soprattutto serve una strategia a lungo termine che consenta all’Italia di diventare energeticamente più indipendente, attraverso investimenti in nuove tecnologie e un approccio privo di pregiudizi ideologici.
Pace fiscale: senza imprese si rischia un’occasione mancata
Un altro tema centrale è quello della pace fiscale. Se da un lato il governo sta valutando la possibilità di una rottamazione delle cartelle per le famiglie, dall’altro escludere le aziende da questa misura potrebbe rivelarsi un errore strategico.
Consentire alle imprese di regolarizzare la propria posizione con il fisco non solo garantirebbe allo Stato il recupero di risorse che altrimenti andrebbero perse, ma permetterebbe alle aziende di rimettersi in carreggiata, migliorando la loro capacità di investimento e contribuendo a rilanciare l’economia.
Folgori (Feoli): servono interventi concreti per il tessuto produttivo
La discussione sulle coperture finanziarie per il caro bollette è attualmente in corso, ma la cifra ipotizzata di tre miliardi di euro appare insufficiente per estendere i benefici anche alle imprese. Se il governo non dovesse intervenire in modo strutturale, il rischio è quello di compromettere ulteriormente la competitività del sistema produttivo italiano.
Per il presidente di Feoli, la soluzione non può limitarsi a misure di emergenza: è necessaria una riforma energetica in grado di garantire alle imprese tariffe sostenibili e una maggiore stabilità nel lungo periodo.
L’appello del mondo imprenditoriale è chiaro: le imprese sono il motore dell’economia e devono essere incluse nei provvedimenti di sostegno economico per evitare un’ulteriore frenata della crescita del Paese.