Prezzi folli, distanti dalla realtà. E quanto emerge dal mercato immobiliare di Milano, che diventa così una città per pochi eletti.
Una città bella e invivibile: Milano, per un lavoratore medio single, diventa impossibile affrontare in autonomia il canone mensile per un appartamento con due stanze: il capoluogo della Lombardia ha il canone più elevato d’Italia, oltre 1.320 euro per un bilocale, In pratica uno stipendio se ne va per garantirsi pochi metri. Ed è solo il punto di partenza: ci sono le spese per gli spostamenti, il vitto, e qualsiasi altra cosa, piccola o grande, che rientra nel cerchio dell’essenziale.
Altro record battuto alla velocità della luce. Il mercato immobiliare di Milano, ormai, segna nuovi traguardi a falcate sempre più ampie. L’ultimo, quello che riguarda il prezzo dei bilocali in vendita: un bilocale appena realizzato, infatti, oggi costa di media intorno ai 6mila euro al metro quadro, in crescita di quasi il 25 per cento rispetto al 2019. Un appartamento di dimensioni nella norma, intorno ai 50 metri quadri, può costare così oltre 300mila euro. Nello stesso arco temporale, tuttavia, è il “da ristrutturare” a conoscere l’aumento di prezzo più significativo, con un +30,7 per cento per una cifra, poco al di sotto dei 4.500 euro/mq, ancora inferiore la media cittadina che in questo momento si attesta intorno ai 5.390 euro circa al metro quadro.
C’è un altro fattore relativo al capoluogo meneghino, stavolta fronte affitto. A Milano, per un single, diventa infatti impossibile affrontare in autonomia il canone mensile per un appartamento con due stanze: il capoluogo della Lombardia, secondo l’analisi del portale, presenta il canone più elevato tra le città analizzate, ossia oltre 1.320 euro/mese per un bilocale
E seppure anche il budget a disposizione del singolo sia in assoluto il più consistente d’Italia con stipendi di oltre 2mila euro al mese per un lavoratore medio, risulta comunque assolutamente insufficiente: per poter acquistare un semplice bilocale solo con le proprie forze, senza venire schiacciato dalla rata del mutuo -che per essere realmente sostenibile non dovrebbe superare il 30 per cento del reddito mensile netto – un professionista che vive e lavora a Milano dovrebbe trovarsi ben 4mila euro in busta paga ogni mese. Un rapporto costi – benefici senza via d’uscita se non adattandosi a soluzioni condivise, con tutti i disagi che possono scaturire da scelte di questo genere.
Ma è soprattutto una dinamica, questa costringe gli affittuari a sacrificare i loro reddito sulla sussistenza day by day, senza alcuna possibilità di risparmio e d’investimento. Si allontana così irrimediabilmente la prospettiva di una casa propria in quanto le dinamiche economiche di un mercato così rigido impone un divario netto tra fasce di reddito, anche nelle scelte che potrebbe cambiare la vita, come quella di acquistare un immobile. Opportunità per pochi, abbiamo visto. E non è una buona notizia per nessuno.
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