L’aviaria torna a preoccupare il mondo, l’influenza può infatti colpire anche altre specie ed è questo che oggi fa temere una nuova pandemia.
Il problema principale nella diffusione delle malattie è il balzo tra una specie e l’altra, quindi la capacità di colpire un numero di persone e animali nettamente maggiore. Fino a quando un virus è circoscritto unicamente a una specie, è relativamente gestibile, quando il confine si perde però subentrano i problemi ed è chiaro che è necessario intervenire.
L’influenza Aviaria non è nuova ma di fatto è ora preoccupante proprio perché c’è il rischio che non possa essere arginata. Tutti gli interventi fatti fino ad oggi non hanno portato ad una vera e propria risoluzione e anche l’uomo è esposto al pericolo.
La malattia dell’Aviaria è presente nel mondo da vent’anni quindi molto sono convinti che sia gestibile, il problema nasce dal fatto che il virus H5N1 potrebbe infettare i mammiferi, uomo compreso. Tutto nasce dal fatto che negli Stati Uniti c’è stato il salto di specie e sono risultati positivi dei bovini.
Vuol dire quindi che il virus, nonostante fosse presente da decenni, è stato in grado di fare il salto da una specie animale ad un’altra, provocando la preoccupazione maggiore perché vuol dire creare i presupposti per un nuovo contagio di massa, come avvenuto per il Covid. Le autorità hanno spiegato che al momento i pericoli sono minimi ma che il rischio potrebbe crescere laddove ci sia lo sviluppo di nuovi ceppi.
Per Matteo Bassetti il rischio è probabile se un ceppo mutato riuscisse a colpire gli umani, “forse peggiore del Covid” ha spiegato. Per Clementi serve attenzione, perché questo è un virus rischioso per una pandemia, e ha anche evidenziato come il caso in Texas di contagio sia piuttosto preoccupante Massimo Ciccozzi ha chiarito che serve fare prevenzione, porre attenzione perché il virus è passato ai mammiferi e quindi si è aperto una strada anche per l’uomo ma di fatto al momento è sotto controllo.
Di base quindi il quadro attuale è sotto l’attenzione degli scienziati. C’è salto il salto di specie e questo aumenta la possibilità di contagio dell’uomo. I bovini sono risultati positivi ma la specie non è ancora stata colpita quindi, fino a quel momento, si continua a tenere la situazione monitorata.
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