Maternità per lavoratrici autonome, indennità pari all’80%: quali sono i requisiti da rispettare e come funziona

Se sei una lavoratrice autonoma e vuoi informarti sui tuoi diritti in maternità, ecco a quanto ammonta la tua indennità e cosa ti spetta.

Se per i lavoratori e le lavoratrici dipendenti avere un figlio è un po’ più semplice, poiché scatta la maternità INPS, per chi ha un’attività in autonomia non è così scontato concedersi di allargare la famiglia. Per sostenere la natalità, però, è stata introdotta ed è valida anche nel 2024 l’indennità di maternità e paternità per autonomi, liberi professionisti e para subordinati.

Come funziona la maternità per le lavoratrici autonome
Come funziona la maternità per le lavoratrici autonome (4minuti.it)

Già nel 2022, il governo aveva concesso tre mesi in più di indennità di paternità o di maternità per quei lavoratori autonomi che avevano precisi requisiti: nel 2023, così come quest’anno, tale modalità potenziata è ancora attiva. Ecco, quindi, quali sono i diritti di donne e uomini autonomi che desiderano prendere la maternità o la paternità.

Maternità per lavoratrici autonome: le regole

L’indennità di maternità o di paternità, per gli autonomi, è un contributo economico che viene erogato in prossimità del parto o nel momento in cui in famiglia arriva un bambino. Viene data per i due mesi antecedenti alla nascita e per i tre successivi; nel caso di adozione, invece, viene elargita per i cinque mesi seguenti all’arrivo del bambino in famiglia. A questi, sono poi aggiunti tre mesi extra in alcuni casi, con specifici requisiti.

I requisiti per l'indennità di maternità
Guida all’indennità di maternità o paternità (4minuti.it)

L’indennità di paternità o di maternità spetta agli appartenenti alle categorie di artigiano, commerciante, coltivatore diretto, colono, mezzadro, imprenditore agricolo, pescatore e a chi è iscritto a una di queste casse previdenziali: gestione autonoma INPS, gestione separata (di cui all’art.2, comma 26 della legge 8 agosto 1995), casse previdenziali del decreto legislativo 151 del 2001.

Spetta al padre, se lavoratore autonomo o iscritto alla gestione separata, nel caso in cui il figlio sia affidato esclusivamente a lui, se la madre è morta o gravemente malata o se quest’ultima non ha riconosciuto il bambino oppure l’ha abbandonato. Per avere i tre mesi aggiuntivi, è necessario che il reddito dichiarato nell’anno precedente l’inizio del periodo di maternità non superi gli 8145 euro.

In caso di gravi complicanze della gravidanza, il diritto alla maternità anticipata è stato esteso anche alle lavoratrici autonome: in tali situazioni, è necessario fornire all’INPS tutta la documentazione medica dell’ASL che specifica la gravità della gravidanza.

L’indennità di paternità o di maternità per gli autonomi si fissa sull80% della retribuzione giornaliera stabilita annualmente dalla legge per il tipo di attività svolta. È, quindi, pari all’80% dei 5/12 del reddito professionale denunciato per le professioniste, o all’80% della retribuzione minima giornaliera per le autonome.

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