Gli ultimi dati disponibili mostrano una situazione drammatica per il mercato immobiliare in Italia. Non sarà facile risollevarlo.
Per chi lavora nel mercato immobiliare ormai è un po’ di tempo che gli affari non vanno per il meglio a causa di un forte calo della domanda. A preoccupare sono, soprattutto, i dati relativi al 2023 registrati dall’Osservatorio dell’Agenzia delle Entrate. Ogni anno elabora rapporti e studi di settore relativi ai valori immobiliari e alle quote di affitto, aggiornando la banca dati.
Stando alle statistiche, nel giro di 12 mesi il tasso di richiesta dei mutui ha subito un calo medio del 10%. Nel 2023, le vendite sono state solo 710.000 in tutto, anche se nell’ultimo trimestre la situazione è leggermente migliorata, con un ribasso del 3.3%. Tra ottobre e dicembre gli immobili venduti sono stati 200.000, compensando in parte i nove mesi precedenti.
Anche se una riduzione dei mutui del 10% può non sembrare così drammatica, confrontando i dati con quelli del 2021 si nota un divario importante. In due anni le persone fisiche che ne hanno sottoscritto uno sono il 40% in meno, sebbene almeno nelle grandi città il fenomeno è più contenuto. A registrare i cali più evidenti sono state Roma e Firenze.
Le cause alla base di questo fenomeno sono diverse, ma la ragione principale è molto probabile che sia legata all’aumento dei tassi di interesse. Sui mutui a tasso variabile, dopo la riunione della BCE a settembre scorso, il tasso di interesse principale era aumentato dal 4,25% al 4,5% e gli effetti si sono fatti sentire presto. Basti pensare che le rate in un anno sono salite all’incirca del 66%.
Un dato che consola, riportato sempre dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare, è relativo all’acquisto delle case appena edificate, che nell’ultimo trimestre del 2023 è cresciuto del 9%. Di contro, le locazioni residenziali hanno subito un calo minore rispetto alle richieste di mutui, probabilmente perché più convenienti. In un anno sono stati presi in affitto ben 890.000 immobili.
Per chi ottiene una rendita affittando case o appartamenti, però, pare sia difficile avere degli inquilini fissi. Le locazioni di lungo periodo sono in sofferenza quasi allo stesso livello dei mutui, poiché hanno registrato una perdita di circa il 7,6%. Gli italiani preferiscono, quindi, contratti di breve durata, forse per non precludersi possibilità più vantaggiose.
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