I problemi con i social possono essere molto gravi e non bisogna sottovalutarli ma denunciare, perché si tratta di reati veri e propri.
Si tende a minimizzare le questioni relative al web e ai profili online pensando che, dopotutto, si tratti unicamente di questioni legate all’intrattenimento, ma non è così. Quindi è fondamentale capire bene, laddove dovesse accadere di verificare che vi sono problemi relativi al proprio profilo social, che ci sono gli estremi per procedere per vie legali.
Sono considerati veri e propri reati, c’è una legge a riguardo e una pena apposita e talvolta si possono sovrapporre più reati, quindi bisogna sempre procedere nei luoghi opportuni e con le modalità preposte dalla legge.
Capita che qualcuno abbia accesso al profilo di un’altra persona in maniera abusiva. Questo può accadere anche con la volontà di arrecare un danno a quell’utente. Il problema è che ormai i social sono un vero e proprio mondo individuale, quindi ci sono messaggi, cronologia, fotografie, un po’ di tutto della sfera personale.
Questa pratica è ben più diffusa di quello che si possa immaginare e, anche se per molti non ha particolare considerazione, in realtà si tratta di una violazione della privacy molto grave, con ripercussioni che potrebbero riguardare altri aspetti e dunque essere perseguibili.
Il reato di accesso abusivo ai profili online viene punito con la reclusione fino a tre anni, ma ovviamente la valutazione varia da caso a caso. Quando si parla di “social” più in generale, si fa riferimento a tutti gli account personali, quindi non solo Facebook o Instagram, ma anche Whatsapp. Ed è una questione valida in ogni situazione in cui non c’è autorizzazione.
Il codice penale, all’articolo 615 ter stabilisce questo reato e ne disciplina i dettagli. Il problema sorge perché si va a minare la riservatezza online della persona, questo vuol dire che ci sono due condizioni specifiche: l’accesso abusivo a un sistema informatico e l’accesso di un soggetto non autorizzato al profilo social di un altro utente.
La pena può arrivare fino a 5 anni quando si verificano anche altre condizioni. Ad esempio se è commesso da un ufficiale di pubblico servizio (che quindi fa anche abuso di potere), se il colpevole commette anche violenza su cose e persone, se dal fatto deriva un atteggiamento distruttivo verso i dati della persona. Di conseguenza, vengono considerate tutte quelle che sono le aggravanti che possono subentrare.
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